ASPETTI GEOLOGICI

 

Il Lagorai  è una catena di monti che si susseguono ad innervare il Trentino orientale e che con il massiccio di Cima d’Asta, cui è strettamente collegata, ne costituisce una delle aree più interessanti, quanto poco conosciute, e proprio per questo ancora intatte.

La catena del Lagorai è delimitata a nord da una parte della  valle di Cembra, dalla intera Val di Fiemme per proseguire con la Val di Travignolo, a est dal Primiero, a Sud dalla Valsugana e ad ovest dalla Val dei Mocheni.

 

Sul lato di Fiemme queste montagne si innalzano dolcemente, avvolte da grandi foreste ed incise da lunghi solchi vallivi che ne costituiscono i principali accessi. Di maggiore importanza troviamo le valli Cadino, Moena, Lagorai e Cavelonte. Sul versante a sud, del Vanoi, le cime presentano maggiore pendenza e sembrano precipitare in dure cascate  di lava pietrificata incombenti su immani ghiaioni. Il principale accesso è costituito dal Tesino e dalla Val di Caoria. Le principali valli a sud sono la Val del Vanoi, la Val Malene e la Val Campelle. Sul versante a ovest la valle di penetrazione più importante è senz’altro la Val dei Mocheni.

 

Morfologicamente la vasta area occupata dal Lagorai e da Cima d’Asta presenta formazioni rocciose molto antiche di tipo effusivo principalmente a nord, intrusivo al centro e metamorfico nella zona meridionale.

Le formazioni litiche effusive, ossia da rocce derivanti dal consolidamento di lave in superficie, che caratterizzano la catena principale a nord e ne costituiscono la composizione maggiore, sono databili nel periodo del Permiano inferiore a ca.270 milioni di anni fa.

Fanno parte della vasta piattaforma porfidica bolzanina o atesina, (Bozner Quarzporphyr) che si estende per ca.3000 kmq. ed uno spessore compreso fra i 300 e i 2000 metri tra la bassa Val Venosta e la Valle dell’Adige a nord e ad ovest, la Valsugana a sud e le dolomiti fino alla Val Gardena a est e nord. Tale piattaforma, che trae origine da una intensa e prolungata attività vulcanica avvenuta circa 270 milioni di anni fa con focolaio principale nella conca bolzanina, è costituita da due tipologie di rocce: le prime (inferiori e quindi più antiche)di minor spessore, derivano dalle colate laviche raffreddatesi in superficie. Le seconde, le “ignimbriti”, si sono formate a seguito di eruzioni lineari (nube ardenti) che spingono a velocità vertiginose particelle vetrose, cristalli, pezzi di pomice e gas a temperature che possono sfiorare i 1000°, giungendo fino a centinaia di chilometri di distanza e livellando completamente la morfologia del territorio attraversato.

 

La zona della Cima d’Asta e in generale in tutto il lato più meridionale le rocce sono di formazione intrusiva quali graniti, granodioriti e tonalità, sono rocce nate dal consolidamento lavico all’interno della litosfera, nel basamento cristallino, circa 275 milioni di anni fa.

Le formazioni rocciose centrali a est, della Tognola, e a ovest, della Val dei Mocheni e dell’alta Val Campelle, sono caratterizzate da formazioni metamorfiche, cioè nate per effetto della trasformazione di rocce preesistenti a seguito di temperature e pressioni elevate (parascisti, paragneiss e rocce filladiche) formatesi circa 350 milioni di anni fa.

 

Successivamente, circa 230 milioni di anni fa si formarono, per sedimentazione nel mar della Tetide, le Dolomiti e solo molto dopo, circa 70 milioni di anni fa, si ebbe l’”orogenesi alpina”, cioè quel sollevamento tettonico che originò l’area alpina e che però interessò molto poco la piattaforma atesina, innalzandone solo le propaggini meridionali ma lasciandone intatta la forma e la struttura originaria.

 

Le successive glaciazioni del Quaternario e la concomitante erosione idrica hanno conferito alle valli le caratteristiche forme con sezione ad U interrotte da frequenti laghi e cascate.

 

Il gruppo montuoso presenta elevazioni tutte comprese fra i 2.400 e i 2.500 m.s.l.m. riconoscibili per le cime con il pezzo più in alto formato da roccia di colore scuro. La cima più alta è Cima Cece (2754 m.s.l.m.) e molte altre superano i 2600 metri.

 

 

La FLORA   La FAUNA   torna all'inizio